Qualche giorno fa, su facebook, c’era una citazione (di Coelho) che diceva, più o meno, che se l’avventura ti spaventa, prova la routine, è letale. Sull’onda dell’entusiasmo ho cliccato mi piace, poi però mi ha colpito il fatto che qualcuno aveva commentato di non essere proprio d’accordo.
E questo mi ha fatto pensare.
La maggior parte delle frasi postate su facebook si riferisce a come le persone vorrebbero vivere la propria vita piuttosto a come di fatto la vivono. Tante frasi sull’avventura, appunto, sul cogliere l’attimo o sul come si vorrebbe assestare un bel calcione catartico a tante persone o situazioni e al vivere ‘in un altro posto’, come se fosse l’unica soluzione intelligente della Vita. Come se il vivere la propria vita quotidiana, la propria routine quotidiana, fosse una scelta di serie B, da sempliciotti, insomma.
Insomma, io dissento.
Certo, immagino che vivere girando il mondo e scoprendo nuovi posti, nuove situazioni, nuove persone possa essere eccitante. Penso che ti mantenga l’adrenalina sempre a mille, che ti faccia sentire vivo. Ma penso anche che possa essere stancante e, in un certo senso, anche superficiale. I luoghi, le situazioni e soprattutto le persone, richiedono tempo e attenzione. Bisogna essere in qualche modo ‘stanziali’ per capire ciò che ti circonda, se ti appartiene e se tu gli appartieni. E così l’avventura, è bello sì avventurarsi alla scoperta, ma è anche pieno poi gustarsi seduti ciò che hai scoperto.
…sto facendo un elogio della routine, forse… ma forse è l’implicito significato negativo che diamo alla parola a rendere così ostico il concetto… Insomma, se fossimo tutti degli esploratori, non esisterebbero case né famiglie, né figli o giardini da curare, piatti da cucinare e tramandare e tutti quei lavori che richiedono calma, attenzione e concentrazione, da ripetersi ogni giorno, fino a renderli perfetti… e poi, nessuno ti dice che puoi avventurarti anche nel mondo che ti circonda, quello che dai per scontato perché credi di conoscerlo… ci sono tanti posti, parchi, musei, scorci delle città in cui viviamo tutti i giorni che sono certa ci sono del tutto sconosciuti. Basta guardare il mondo con occhi diversi, con occhi curiosi e cercare di evitare la facile, superficiale e pericolosa pratica dell’etichettare il prossimo, le cose, le situazioni…e l’altrettanto facile pratica di citare frasi che, una volta estrapolate dal loro contesto originale, tutto sommato risultano troppo semplici, anche un po’ banali.
E tanto per contraddire questa mia ultima affermazione, cito qui una frase trovata in un blog: I suppose I’m a sparrow, a stay-at-home bird’, non ricordo di chi sia, ma mi ci ritrovo assolutamente. Dice: suppongo di essere un passero, un uccello domestico. Appunto.