...e se sfracellassi i piatti dei servizi scompagnati?
...così, tanto per eliminare inutile zavorra o fare un mosaico con i cocci che mi restano, o semplicemente per rompere questo assurdo, sterile, vuoto, incomprensibile, pesante, inutile, assordante silenzio di oggi... e, a ben guardare, anche di ieri.
Il silenzio è una battaglia impari. E' come la Medusa, ti pietrifica.
Lo senti già quando te lo servono, freddo e ostile. Lo sai che non c'è soluzione di sorta, che è inutile chiedere, pregare, implorare per avere un appiglio e cercare un'apertura... Lo sai già che sei tagliata fuori, chiusa fuori dalla porta...
...e io capisco, capisco sempre, tutto e tutti. Sempre. Comunque.
Oggi però mi è pesante da sopportare e da gestire. E l'anima urlatrice che cova silenziosamente dentro di me, che ho imparato, se non proprio ad acquietare, ma almeno a gestire in parte con l'età, a volte, come stasera, ruggisce dentro... la sento che si arrampica per uscire, che graffia e brucia per uscire... e faccio finta di niente... lavo i piatti, mi metto lo smalto, gioco con i gatti, cerco vie di fuga, alternative al fastidio, al sottile dolore di sentirmi un'estranea in un territorio che mi appartiene, e faccio finta di niente...
...e penso che un tempo, a quest'ora, avrei già sfracellato contro il muro tre quarti della credenza...
' The silence is deafening' - The Good Shepherd