...a meno di una settimana dal Natale, ospite in una casetta di legno ai piedi di un monte (i monti mi accompagnano in questo periodo della vita, io che sono un'anima del mare...), costruita al termine di una strada asfaltata e sul limitare di un bosco, dove il buio scende presto ed è spesso e denso come una tazza di cioccolato, mi preparo silenziosa a Yule, la festa del Solstizio d'Inverno del 21 dicembre...
E' un'attesa del natale mesta quest'anno, forse complice la crisi che imperversa altrettanto silenziosa, nonostante le città e i negozi si siano rivestiti di lucine e addobbi e alberi decorati fin dalla seconda settimana di novembre... c'è qualcosa di atavico nella preparazione al natale, un ritorno alle nostre radici agricole, quando le feste erano scandite da tradizioni semplici, ma ben più corpose della corsa all'acquisto dell'ultimo modello di telefono, che sarà certamente utile, ma ci lascerà sempre con una sorta di sete spirituale latente, come se le nostre radici non fossero dissetate da tempo... e sebbene pochi si soffermino a pensarci, c'è di fatto una voglia inconscia di starsene chiusi in casa al caldo, e non solo a causa dei rigori del clima, magari davanti ad un caminetto, a guardare le fiamme danzare e i ceppi scoppiettare in un baluginio di scintille... una voglia di ritrovarsi con i propri cari a raccontarsi, o semplicemente di seguire i propri percorsi interiori, ad evocare visioni nel fuoco, come faceva Merlino...
Credo sia questo qualcosa di atavico che rende il natale una festività così sentita, a differenza della Pasqua che, dal punto di vista religioso e rituale, è ben più rilevante ma sentita in maniera diversa.
Anticamente questo era un periodo di attesa, del ritorno della luce, del caldo, dei nuovi frutti della terra e immaginatevi come doveva essere, senza l'elettricità, quando il buio calava presto al pomeriggio e, come scritto sopra, era denso e spesso, poteva nascondere insidie di ogni tipo e spaventava, come ha spaventato me in questi giorni, me, donna del ventesimo secolo con interruttori a portata di mano ovunque e per giunta Sibilla... si fa fatica ad avventurarsi nel buio con fare spavaldo, c'è sempre una sorta di timore inconscio che ti pulsa in qualche parte profonda dell'anima, qualcosa che abbiamo dimenticato, immersi come siamo nelle luci di tutti i tipi, ma tutti gli archetipi delle nostre paure hanno una memoria tenace, che ha attraversato le epoche e si risveglia in determinate situazioni...
Forse non è un caso che mi trovo in un posto come questo proprio in questo momento dell'anno, forse dovevo attraversare il Solstizio, un'altra porta, più o meno come facevano un tempo, nemmeno troppo tempo fa... nell'attesa, mi crogiolo al caldo della stufa, una stufa panciuta in ghisa, che ti avvolge in un tepore morbido che ti entra nelle ossa e ti fa sentire soffice e rilassata, che ti regala il rumore del legno che inizia a bruciare scoppiettando, al mattino presto, qualcosa che non ha prezzo...
Ritorneremo indietro un giorno ad una vita più semplice, più pulita?
Credo anche questo sia una sorta di pensiero atavico, che sussulta nell'animo di molte persone...
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