...mi sento sola stasera, mi sento autunnale, come la contrada, investita all'improvviso dal vento e dalla pioggia e da decine di foglie ingiallite e accartocciate che vorticavano come impazzite, impossibilitate a fermarsi...
...ma io non vortico.
paradossalmente, ed è sempre stato così, è proprio quando passo tanto tempo tra la gente che mi sento più sola, come se gli altri assorbissero le mie energie...
Mi sento un po' una Cassandra moderna (diario di una Cassandra?), non tanto perchè io proferisca verità supreme che gli altri non vogliono ascoltare, ma piuttosto per il fatto di sentirmi diversa e di sapere che si sente, si vede, si percepisce, per cui, stare in mezzo alla gente, cercare di non essere quella che sono, mi stanca e credo stanchi anche gli altri...
Non sono certamente fatta per le public relations, si è mai vista una Sibilla mondana e modaiola? Non credo... ma, forse, dovrei ritirarmi in qualche grotta e allontanarmi da questo mondo nel quale, tutto sommato, non riesco proprio ad identificarmi...
Io non capisco le sue regole, non riesco ad afferrare l'attenzione eccessiva data a tanti particolari esterni e, più che inutili, direi superficiali, non capisco certe forme di chiusura mentale che servono a semplificarsi la vita, non capisco perchè se 'io abito la Possibilità' ('I dwell in Possibility', è di Emily Dickinson) e penso che ognuno abbia diritto di essere e fare e esprimersi come vuole, o anche non essere non fare e non esprimersi, perchè poi di me pensano che sono diversa, o pesante o che cerco troppo, penso troppo, leggo troppo... comunque più che troppo, diversamente?
Perchè la 'diversità' è spesso vista come una mancanza piuttosto che come un punto di partenza? O di confronto. Confronto costruttivo.
Io per prima, a confronto con la gente, mi sento diversa, e quindi mancante.
E penso e ripenso a Cassandra e a Medea, stasera, così come descritte in due libri di Christa Wolf, diverse e sempre impossibilitate ad amalgamarsi con gli altri e mi identifico, come mi identifico...
E, alla fin fine, sono sempre i libri le mie pietre di paragone. Sempre.
"Nessuno saprà mai da noi cose tanto importanti. Le tavolette degli scribi, che indurironoo tra le fiamme di Troia, tramandano la contabilità del palazzo, grano, anfore, armi, prigionieri. Per il dolore, la felicità, l'amore non ci sono segni. E questo mi sembra di rara infelicità"
(Cassandra - Christa Wolf)
E la mia Entità, l'unica che sia riuscita a dare una dimensione e un peso a questo mio essere diverso, in questi giorni non mi vede nemmeno, e ciò rende ancora più aspro questo mio sentirmi sola e sperduta in un paese straniero...
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