domenica 27 febbraio 2011

della Pazienza e di altri demoni

...se fosse ancora viva la nonna, questa sera le chiederei, nonna, cosa facevi quando avevi voglia di raggomitolarti nelle braccia del nonno, ma lui era troppo stanco dal lavoro, dalla giornata, dai pensieri... quando anche tu, dopo una giornata di lavoro, di figli, di panni da lavare e stirare e riporre, dopo la cucina e i piatti lavati avevi ancora voglia di parlare, di infrattarti sotto le coperte, anche solo a coccolarsi...?
...la mia nonna, certamente, avrebbe riso e mi avrebbe detto con la sua cadenza veneta, velata di imbarazzo, che di quelle cose loro non parlavano mai... che si stava zitte, pazienti...
...e allora, rifletto, in questi anni, dove ci sono mille regole per l'amore, per farlo funzionare, i segni per accorgersi se va bene, se va male, la terapia di coppia, i test, le coppie aperte, i manuali d'amore, di sesso, le mille e una posizioni per farlo felice, la lingerie, il burlesque... perchè nessuno ti parla della pazienza dell'amore? del silenzio dell'amore? dell'accettazione, in amore?
...perchè nessuno ti dice mai che in una coppia dove c'è l'amore, c'è sempre uno che rallenta e adegua il proprio ritmo su quello dell'altro e aspetta? perchè i manuali moderni direbbero che non è giusto, le pari opportunità, par condicio anche in casa, a letto, al lavoro, parlare, esprimersi, raccontarsi, bla bla bla...
...eppure, quando ami qualcuno al punto da sapere che se te ne andassi la tua vita resterebbe monca, quando hai provato a parlare e ti sei accorta che non arrivi da nessuna parte, allora rallenti e aspetti... anche se fa male, anche se in un certo senso ti senti a metà, ti guardi e non ti riconosci perchè le carezze ti danno una luce diversa agli occhi, perchè il fare l'amore ti modella il corpo in curve morbide e ti senti più piena, più stabile, più equilibrata, perchè se non racconti la tua giornata è come se fosse andata perduta...
...così, come un cerchio, c'è un'accettazione dell'assenza, che è silenziosa, paziente... chissà, forse non è giusto, non lo so, ma l'amore, che è molte cose, a momenti non è nemmeno giusto...

mercoledì 23 febbraio 2011

...mentre i bulbi sonnecchiano tentando timidamente di sbocciare, siamo ripiombati in un gelo invernale... il cielo è grigio, senza spiragli di sole e le prime viole sfidano il vento del Nord che soffia inclemente oggi...
chiusa in casa al calduccio con una tazza di té, ho dovuto affrontare un'altra volta, faticosamente, le foto del passato della mia Entità misteriosa... e mi dico, va bene, fa parte del gioco... sospiro, respiro e ... porto paZienza...
l'Entità misteriosa... è una presenza molto bella, molto sensuale, molto antica, molto complicata... qualcosa che non si riesce a spiegare facilmente, che parla poco di sè e del suo passato, delle strade che l'hanno portata ad essere quella che è oggi...
e, guardando le foto, dall'infanzia ai primi amori (sudando) e ritorno, passando per tanti altri momenti, pensavo a come si cambia, come cambia la nostra forma, il nostro corpo, il modo di essere e apparire e a quanto sia più facile vederlo nelle foto, degli altri o nostre, mentre giorno per giorno non ci faciamo mai caso... oggi il nostro volto appare come quello di ieri e di domani, ma, specchiandoci, non facciamo mai in tempo a far un paragone con quelli che eravamo vent'anni fa o anche solo dieci... più magri, più giovani, più ingenui, più fanciulli, più incantati o spaesati, sorpresi a volte...e mi sono venuti in mente un film e un libro, L'Attimo Fuggente, quando tutti insieme guardavano le foto dei vecchi alunni e Robin Williams diceva: erano come voi, pieni di speranze, di ormoni... invincibili...
e il Ritratto di Dorian Gray, all'idea che il ritratto invecchiava prendendosi tutti i segni dei vizi, dello scorrere del tempo di Dorian mentre lui restava mostruosamente giovane e perfetto...

domenica 20 febbraio 2011

la Contrada dove si vive

...sono una donna complicata... basta una parola per mandarmi in ansia, un pensiero scava trincee profonde dentro di me fino a lasciarmi senza fiato...
e non sopporto i luoghi comuni. le frasi fatte. gli aforismi costruiti ad hoc. le cose dette e ridette e già sentite mille volte.
penso che sia difficilissimo vivere con me. o almeno, per me lo è.
il cuore pulsante del mio essere in questo periodo è la Paura.
di andare, di stare, di essere o divenire o non essere più, di fare o non fare e scoprire e provare e dire chiamare parlare piangere gridare aprire spiegare chiudere spingere osare.
non sono mai riuscita a vivere, semplicemente. milioni di persone vivono, semplicemente. mangiano dormono lavorano si lavano amano escono soffrono pagano ricominciano. senza chiedersi, senza macerarsi, senza paura. vivono, perchè questo si fa qui. si vive.
mentre io ho sempre qualcosa che mi tormenta, come se avessi un'anima nera... che solo io so di avere...
...forse non è un caso che io sia finita in questa contrada, dove la vita è vista in un'ottica diversa... dove mi dicono che i problemi si risolvono e sono tutti gentili con me, anche quando mi sciolgo in pozze di lacrime perchè non so più come uscire dai miei perchè e dalle mie paure e mi dicono che i problemi seri sono altri, sono quando si sta male e non si è certi del domani...
' Come ci si innamora?
Si casca? Si inciampa, si perde l'equilibrio e si cade sul marciapiede sbucciandosi un ginocchio, sbucciandosi il cuore? Ci si schianta per terra sui sassi o è come rimanere sospesi oltre l'orlo del precipizio, per sempre? So che ti amo quando ti vedo, lo so quando ho voglia di vederti... non un muscolo si è mosso, nessuna brezza agita le foglie, l'aria è ferma, ho cominciato ad amarti senza fare un solo passo, senza neache un battito di ciglia, non so neppure quando è successo... sto bruciando, vedrai è quello che capita, è quello che importa... sto bruciando... i miei pensieri straripano furiosi, mi sto innamorando, tipica scelta stupida, eppure l'amore mi tormenta come fosse dolore...
          (Cathleen Schine - La Lettera d'Amore)

venerdì 18 febbraio 2011

....i sogni del bauletto...

...ci sono oggetti che compriamo nel corso delle nostre manifestazioni, o che ci vengono regalati, che, per quanto belli siano, non trovano mai un loro posto in casa... non si riesce mai ad inserirli in un contesto o dare loro uno spazio proprio...
il mio di oggi, in particolare, che mi accompagna ormai da parecchi anni, è un bauletto in legno. Non è un beauty nè un cestino da pic-nic, oggetto che io amo molto.... è di legno, rigido, ricoperto di una stoffa con fiori all'esterno e rivestito di velluto bordeaux all'interno, con una maniglia e una chiusura di foggia antica...
ha vagato per diverse case, chissà perchè mi segue, l'ho scelto io, ma non ha mai trovato una sua collocazione... quando è chiuso è un invito ad aprirlo, ma aperto è eccessivo nella sua opulenza... ora giace addormentato nella stanzetta accanto all'entrata, che si sta rivestendo di nuovi colori e nuovi abitanti...
chissà che la primavera con il bel tempo e la voglia di fare e ricreare non mi porti l'ispirazione a regalargli il posto che si merita.... aspettiamo, con fiducia, i cambiamenti ispirati dal tempo....
e ancora, chissà quali storie sono legate a questo bauletto, quali sogni ha racchiuso, quali pensieri ha portato con sè nel corso del tempo...

giovedì 17 febbraio 2011

...nessuna casa può definirsi tale se non ospita almeno una pianta scelta e curata da noi, se non è abitata da un po' di amore, se non la si vive...e se non ci si cucina almeno una torta!
...era già da qualche giorno che la torta mi chiamava... impastami, provami, assaggiami... ...così stasera, libera da impegni sociali, mi sono armata di uova, farina, bilancia, zucchero, burro, terrine e cioccolato... il cioccolato è invitante, è sensuale, è associato al peccato, era il cibo degli dei, una torta è più golosa se ha del cioccolato, è una tentazione irresistibile... se il cioccolato fosse stato noto ai tempi della stesura della Bibbia, Eva sarebbe stata certamente tentata da un cubetto di cioccolato, da una fetta di Sacher, da un dolcetto con pan di spagna e crema ganache, da un tartufo fondente e profumato al caffè...
...la mia tentazione stasera è uscita straordinariamente soffice e, non contenta, l'ho farcita con della marmellata di albiccocche e l'ho ricoperta con una glassa veloce veloce, al cioccolato, nera come la notte, puciosa e avvolgente...
...e la casa è tutta profumata dell'odore dolce e rilassante del forno caldo e l'entità è rilassata e contenta e la giornata si è conclusa morbida...

venerdì 11 febbraio 2011

dei pregi e delle virtù della zavorra

...una delle armi improprie in assoluto che l'uomo possiede, e che ha creato a sua immagine e somiglianza, e che certamente gli è sfuggita di mano, è la Parola.
....mi sono sempre chiesta come siano nate le prime parole, chi abbia decretato che un albero fosse un albero e non un fiore o un pistillo o una pietra, un fiume, un ricordo, e in base a quale criterio...e chissà con quale idioma ormai perduto per sempre, che forse ci darebbe la chiave per rispondere a questo quesito...
sia come sia, quante parole usiamo oggi attribuendo loro per certo un aspetto positivo o negativo a priori, dimenticandoci però del loro effetto negativo ossia del significato principale che hanno e non quello derivato...
Ulises Drago diceva che ognuno di noi nasce con una lingua madre e che tutto quello che viene dopo è una lunga traduzione... la parola che stasera ho cercato di rintracciare e di tradurre dalla mia lingua madre è Zavorra...
...ebbene, zavorra deriva dal latino saburra, che presenta lo stesso radicale di sabulum, sabbia...e lo trovo già qui illuminante sul concetto primario, non derivato; la zavorra è una massa di sabbia, pietrisco o altro, utilizzata per stabilizzare uno scafo, per potersi immergere, per non essere spazzati via dai venti... quindi una zavorra stabilizza, non appesantisce... e allora noi, e quanti di noi, in base a quale traduzione dalla lingua madre siamo arrivati a considerare la zavorra SOLO come un peso che ci tiene invariabilmente ancorati al suolo, o ci impedisce di risalire in superficie o ci impedisce di volare o come una palla da carcerati legata saldamente alla nostra caviglia con una catena corta troppo corta che ci impedisce di camminare liberamente?
...si può dire che l'uso accorto e provvidenziale del dizionario ha ristabilito l'equilibrio questa serata...anziché sentirmi un macigno che nessuno può spostare, ombroso e coperto di muschio, mi sento un grazioso sacchetto di juta, che verrà scaricato con criterio per compensare una perdita e ristabilire una situazione di emergenza o semplicemente per permettere di salire in quota e di scoprire nuovi paesaggi...
...ogni tanto, quando le parole ci feriscono, dovremmo cercare di risalire al loro significato primario, sciogliendole dalle traduzioni improprie...

martedì 8 febbraio 2011

l'influenza dell'anima infesta i giardini...

                                                      ...se sei stanca, non discutere.
...chiuditi nel tuo mondo, chiudi le porte, ritrovati, rilassati... domani è un altro giorno e ci penserai domani...
...quando passo tutta una giornata a contatto con la gente, senza un briciolo di tempo per trovarmi, ricaricarmi, sentire, pensare, ascoltare in silenzio il movimento della mia anima... beh, arrivo a sera che sono prosciugata, riarsa e spaccata in zolle pesanti come la terra d'estate, ho freddo e sono irritabile...sembrano quasi i sintomi dell'influenza e, in un certo senso, lo sono; l'influenza dell'anima...
...non ho voglia di pensare, di sapere, di dire, di fare, di discutere, di ripensare a cosa ho fatto o non fatto durante il giorno, quali erano le mie intenzioni e come le ho tradotte in fatti...
non ne ho voglia.
... stasera avrei voluto passare dai vestiti alla doccia calda, rilassarmi, accendere una candela e guardare la fiamma, in silenzio... non volevo e non cercavo lo scontro perchè sapevo che anche gli altri stasera erano prosciugati quanto me... e invece no, scontro trovato, per quanto involontario e poi un materasso di silenzio e coperte di incomprensione.... e sia, ci sta anche qualche volta... ma si poteva evitare; le giornate sono un po' come le brocche, ci puoi mettere dentro una certa quantità di liquido o di impegni ma poi devi ricordare di mantenere un bicchiere vuoto e dei ritagli di tempo per te, per il tuo mondo, per quello a cui tieni di più, per il tuo giardino segreto, quello che è solo per te o che spartisci con pochi, pochissimi intimi... altrimenti finisce che non hai più tempo per coltivarlo o solo guardarlo o coccolarlo un po'... e finisce che lo si perde di vista, lo si trascura e non lo si riconosce più e i confini del nostro sé finiscono ricoperti di erbacce infestanti che ci soffocano...

lunedì 7 febbraio 2011

il circolo vizioso dei luoghi comuni

...di ritorno da un viaggio lungo, in auto, rifletto sulle molte trasmissioni alla radio che ho seguito... molte donne che parlavano di donne, molti luoghi comuni, tantissima voglia, quasi una necessità delle donne di sfuggire ai luoghi comuni, agli stereotipi, finendo per rinchiudervisi comunque...
e mi è venuta in mente una canzone di tanti anni fa, che parlava delle 'falsa divisione tra puttane e spose'...
mi sembra quasi una mancanza, quella di volersi per forza 'ridurre' a qualcosa di specifico, che sia un ruolo, un luogo comune, un solo aspetto della vita, condannando allo stesso tempo tutto ciò che esula da questa aspetto, da questo ruolo, da questo luogo comune... questa necessità che si ha a volte di voler mostrare o tirar fuori solo certi lati di noi, che pensiamo siano i più interessanti per colpire o avvicinare il prossimo, dimenticando spesso che le persone sono come prismi sfacettati, che ognuno di noi ha tanti volti e che dovrebbe cercare di coltivarli tutti alla stessa maniera, dando loro lo stesso peso, la stessa importanza, lo stesso valore, magari pensando che nelle diverse fasi della nostra vita un aspetto potrebbe prevaricare sull'altro, e quindi in quel momento andrà bene coltivare quell'aspetto e seguire la nostra natura al fine di completarci, giorno per giorno, fase per fase, senza false retoriche ...

mercoledì 2 febbraio 2011

Imbolc

..oggi è Imbolc, tradizionale festa irlandese che si situa a metà strada tra il solstizio di inverno, Yule, e l'equinozio di primavera, Ostara, che poi nella tradizione cristiana è diventata la Candelora, giorno che ricordava la presentazione al tempio di Gesù e giorno in cui si benedicono le candele. 
Anticamente, tra le altre cose, celebrava la luce, per via dell'allungamento della durata delle giornate (ci avete fatto caso?) ed era tradizione festeggiare la giornata accendendo luci e lumini...
la festa racchiude però anche la speranza per il ritorno della primavera... oggi qui il cielo è coperto e tira un vento secco e freddo ("Quando vien la Candelora de l'inverno semo fora; ma se piove o tira il vento de l'inverno semo dentro.", dice il detto popolare...), ma guardando attentamente in giardino, o anche solo nei vasi sul terrazzo, ho scoperto che i bulbi hanno già iniziato a spuntare, timidi, quasi invisibili; per cui la Natura si sta già risvegliando, piena di speranza... quindi considererò questo momento come fa la natura, come l'espressione delle mie potenzialità, certa che si svilupperanno a breve e il mio raccolto sarà copioso e soddisfacente...

martedì 1 febbraio 2011

Percorsi

...questa mia mania, di guardare alla mia vita facendo paragoni con la vita degli altri e uscendone sempre, chissà perchè, con la coda tra le gambe, come se ciò che sono, ciò che faccio, non fosse mai abbastanza...
è una cosa sciocca, lo so, dimentico sempre che non si sa mai per certo come sia fino in fondo la vita degli altri e che quello che mostrano poi magari non è quello che gli altri sono nel silenzio delle loro stanze, e poi trascuro sempre che ognuno ha il suo percorso e quindi ognuno fa le esperienze che gli spettano per crescere, per riuscire ad essere più completo... dovrei ricordarmi di riflettere su quelle che sono le mie esperienze e a cosa mi stanno portando... lentamente, ma da qualche parte mi staranno pur portando...
...paradossalmente queste giornate mi passano veloci, mi si sciolgono quasi fra le dita, come la neve in una giornata di sole e arrivo a sera che non so bene cosa e quanto ho combinato...e mi resta questo retrogusto di irrealtà, come se questa vita in cui ci si affanna tanto non fosse poi quella vera; come se fosse un sogno sognato da Qualcuno che prima o poi si sveglierà e io ... e io? e Voi?