...la prima volta, la prima volta... questa espressione ricorre nei miei pensieri e mi si ripresenta all'attenzione...
ma è davvero così importante segnarsi 'la prima volta'?
in un libro letto tanti anni fa il protagonista diceva che bisognerebbe segnarsi la prima volta di tutto, la prima donna, il primo sigaro, il primo bicchiere di whisky, e così via, di modo che il ricordo delle volte successive non inquini la pura esperienza del primo assaggio, la sensazione chiara e pulita della prima esperienza, di qualsiasi cosa...
...non sono molto d'accordo... non è detto che alle nostre 'prime volte' si sia davvero in grado di capire fino in fondo una situazione; cristallizzare la prima volta come un punto di riferimento, un ideale inaccessibile e irripetibile renderebbe la nostra vita quanto meno sterile, l'esperienza infatti ci permette anche di cogliere le cose nei loro particolari, di apprezzarle o rifiutarle a ragion veduta... va da sè che se non ci fossero le 'altre volte', non considereremmo nemmeno la 'prima' come riferimento...
...personalmente le prime volte tendo a scordarle... trovo che quando le situazioni si ripetono sono sempre più ricche, più succose, più sfacettate, più emozionanti... sono più ricettiva, più attenta ai particolari, posso scegliere cosa approfondire e so con un certo margine di sicurezza quali aspetti trascurare, che si tratti di sesso, di amore, di rapporti di amicizia, di lavoro, cibi, bevande, libri, musica...
..è un po' un corollario dell'invecchiare... in questa società dove si deve restare giovani per forza, si dimentica spesso che la maturità è sinonimo di completezza... che la visione dell'insieme, e anche la visione, la conoscenza di Sé, diventa più chiara e forse anche più serena...
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