...la Strada di oggi mi ha condotta in un antico Tempio, oggi una Basilica... anticamente era dedicato ad una dea pagana e chi vi si recava cercava il mantenimento della pace in famiglia, successivamente fu eretta la Basilica (ma parti dell'antico Tempio sono ancora visibili) e un chiostro meraviglioso, ammantato di pace, di silenzio, di mistero, di Spirito, qualsiasi Veste possa avere questa parola per ciascuno di noi...
... Qualcosa abita effettivamente questo posto, una brezza, una scintilla di divino, qualcosa che calma l'animo e ti rimette in pace con il mondo... c'era una luce morbida che invitava alla riflessione dentro alla Basilica e un cantore con la chitarra che non si vedeva, ma si intuiva un'anima semplice ma illuminata... c'era anche un sentore di altri tempi, di Medioevo, di lingue antiche e preghiere ormai perdute tra le alte volte, nascoste tra le colonne, speranze e richieste e grazie implorate che poi sono sempre le stesse, da secoli e nei secoli: la salute, l'amore, un mezzo per sostentarsi, un pensiero di amore e calore per qualcuno...
...e qualcuno diceva: siate testimoni (del vostro mondo spirituale). E io aggiungo: spargete la vostra spiritualità, come fosse un seme, lasciate che il vento la porti in giro, come un soffione, e che la speranza la faccia germogliare... è la parte più vera di noi e anche la più soffocata, non ascoltata, chiusa nelle stanze della Fretta di questa Quotidianità irreale e distaccata in cui ormai si vive... ed è anche una parte che ha una Voce possente e un disperato bisogno di essere ascoltata...
...la Spiritualità, per me, è un fatto personale, è il nostro legame con la radice divina che c'è in noi, quell'anelito a Qualcos'altro cui non sappiamo dare un nome, che sicuramente ha un Nome diverso per ciascuno di noi; che incontriamo con stupore a volte, nel silenzio della notte, nel buio del dolore o semplicemente in un paesaggio o in un attimo normalissimo di illuminazione... un attimo in cui si sente che si parla con Qualcuno, o Qualcosa, in una lingua che credevamo perduta e invece le parole sgorgano da sole, un po' intorpidite sulle prime, incerte, incredule loro stesse al loro suono e al loro significato e poi fluenti, come se non avessimo mai smesso di usarle... e poi nulla è come prima ...
Nessun commento:
Posta un commento