sabato 24 dicembre 2011

...a chi...

...a chi sta correndo ancora dietro all'ultimo regalo,
a chi lo vivrà con malinconia,
a chi passerà la notte ad impacchettare doni,
a chi sta decorando l'albero,
a chi si cerca,
a chi canticchia motivi natalizi,
a chi si aspetta la neve,
a chi andrà a Messa a mezzanotte,
a chi a mezzanotte sarà ancora a tavola,
a chi a mezzanotte sarà già a letto,
a chi è a letto con l'influenza,
a chi non importerà e andrà a lavare l'auto,
a chi si alzerà tardi,
a chi si sente solo,
a chi sorriderà a tutti,
a chi ha cucinato tutta la vigilia,
a chi ritornerà a casa a raccontarsi,
a chi aspetta proprio quel messaggio e lo riceverà,
a chi quel messaggio non lo manderà,
a chi sarà in viaggio,
al primo che suonerà il campanello,
a chi è già stufo di fare auguri,
a chi gli auguri lo mettono a disagio,
a chi quest'anno proprio non lo sente,
a chi si sente più buono,
a chi si sente trascurato,
a chi il pandoro batte il panettone,
a chi mal sopporta i pranzi natalizi,
a chi si mette il berretto di babbo natale con le lucine,
a chi non vede l'ora che sia gennaio,
a chi lo passerà davanti al caminetto a scaldarsi,
a chi ricorda i natali caldi di quando era bambino,
a chi festeggia la sorpresa del primo natale,
a chi addobba l'albero con i propri bimbi,
a chi rimedia un posto caldo dove ripararsi, 
a chi ha l'albero distrutto dalle malefatte dei propri gatti,
a chi ringrazia per tutto quello che ha,
a chi ricomincia,
a chi lavora,
a chi non ne può più,
a chi ritrova la Fede,
a chi canterà in un coro,
a chi lo passerà in pigiama,
a chi si costringerà in una cravatta,
a chi sarà in vacanza,
a chi sarà lontano
e a chi sceglierà di esserlo,

...e a tutti gli altri che ho dimenticato,
a tutti,

Buon Natale...

...e' una giornata così carica di tanti significati diversi per ciascuno di noi, di emozioni, di ricordi, di sensazioni, significati, storie, tradizioni, leggende... che è giusto che ciascuno la viva a modo suo...
Da qualche giorno mi gira in mente una canzone di molti anni fa, che si attaglia alla perfezione al mio sentire il Natale quest'anno...
La canzone è Have yourself a merry little Christmas, cantata da Judy Garland, la conoscete?
Ascoltatela...


lunedì 19 dicembre 2011

aspettando Yule nella casetta di legno...

...a meno di una settimana dal Natale, ospite in una casetta di legno ai piedi di un monte (i monti mi accompagnano in questo periodo della vita, io che sono un'anima del mare...), costruita al termine di una strada asfaltata e sul limitare di un bosco, dove il buio scende presto ed è spesso e denso come una tazza di cioccolato, mi preparo silenziosa a Yule, la festa del Solstizio d'Inverno del 21 dicembre...

E' un'attesa del natale mesta quest'anno, forse complice la crisi che imperversa altrettanto silenziosa, nonostante le città e i negozi si siano rivestiti di lucine e addobbi e alberi decorati fin dalla seconda settimana di novembre... c'è qualcosa di atavico nella preparazione al natale, un ritorno alle nostre radici agricole, quando le feste erano scandite da tradizioni semplici, ma ben più corpose della corsa all'acquisto dell'ultimo modello di telefono, che sarà certamente utile, ma ci lascerà sempre con una sorta di sete spirituale latente, come se le nostre radici non fossero dissetate da tempo... e sebbene pochi si soffermino a pensarci, c'è di fatto una voglia inconscia di starsene chiusi in casa al caldo, e non solo a causa dei rigori del clima, magari davanti ad un caminetto, a guardare le fiamme danzare e i ceppi scoppiettare in un baluginio di scintille... una voglia di ritrovarsi con i propri cari a raccontarsi, o semplicemente di seguire i propri percorsi interiori, ad evocare visioni nel fuoco, come faceva Merlino...
Credo sia questo qualcosa di atavico che rende il natale una festività così sentita, a differenza della Pasqua che, dal punto di vista religioso e rituale, è ben più rilevante ma sentita in maniera diversa.
Anticamente questo era un periodo di attesa, del ritorno della luce, del caldo, dei nuovi frutti della terra e immaginatevi come doveva essere, senza l'elettricità, quando il buio calava presto al pomeriggio e, come scritto sopra, era denso e spesso, poteva nascondere insidie di ogni tipo e spaventava, come ha spaventato me in questi giorni, me, donna del ventesimo secolo con interruttori a portata di mano ovunque e per giunta Sibilla... si fa fatica ad avventurarsi nel buio con fare spavaldo, c'è sempre una sorta di timore inconscio che ti pulsa in qualche parte profonda dell'anima, qualcosa che abbiamo dimenticato, immersi come siamo nelle luci di tutti i tipi, ma tutti gli archetipi delle nostre paure hanno una memoria tenace, che ha attraversato le epoche e si risveglia in determinate situazioni...

Forse non è un caso che mi trovo in un posto come questo proprio in questo momento dell'anno, forse dovevo attraversare il Solstizio, un'altra porta, più o meno come facevano un tempo, nemmeno troppo tempo fa... nell'attesa, mi crogiolo al caldo della stufa, una stufa panciuta in ghisa, che ti avvolge in un tepore morbido che ti entra nelle ossa e ti fa sentire soffice e rilassata, che ti regala il rumore del legno che inizia a bruciare scoppiettando, al mattino presto, qualcosa che non ha prezzo...
Ritorneremo indietro un  giorno ad una vita più semplice, più pulita?
Credo anche questo sia una sorta di pensiero atavico, che sussulta nell'animo di molte persone...

venerdì 25 novembre 2011

Nuove riflessioni di Novembre


'I Bailey sono dentro la chiesa, - disse Maud. - Ma Christabel è fuori, al vento e alla pioggia, come desiderava. Laggiù.                
Si inerpicarono tra cespugli e tumuli, misero i piedi nei cunicoli dei conigli, tra i morti. Al fondo, c'era un muretto di pietra, ove attecchiva la linaria rampicante. La lapide di Christabel poggiava lì, un po' ad angolo. Era in pietra calcarea locale, non in marmo, corrosa dalle intemperie. Qualcuno, non molto di recente, aveva ripulito l'iscrizione.

Qui giacciono i resti mortali di
Christabel Madeleine LaMotte
primogenita di Isidore LaMotte
storico
e dell'amata moglie
Arabel LaMotte
Unica sorella di Sophie, Lady Bailey
moglie di Sir George Bailey di Seal Court
Croysant Le Wold

Nata il 3 Gennaio 1825
Passata al riposo eterno l'8 Maggio 1890

Finiti i mortali affanni
lasciatemi giacere tranquilla
dove il vento incalza e corrono le nuvole
sulla cima del colle
là dove mille bocche d'erbe assetate
si nutrono
di lenta rugiada e di pioggia sferzante
del manto di neve che si dissolve poi
soave volontà del cielo assecondando.'

Possessione - Antonia S. Byatt
 Possessione. Un libro incredibile, che vale la pena leggere. Ne hanno tratto anche un film, ma io credo ci siano libri che non possono essere trasportati sullo schermo, talmente complessa è la loro struttura che si articola su piani diversi, in diverse epoche. Infatti, il film era come incompleto.
Mi riallaccio alle mie riflessioni precedenti di Novembre e rifletto, di nuovo, sulla morte.
E sui luoghi deputati al nostro ultimo riposo.
A me i cimiteri non mettono angoscia, credo siano l'unica opportunità di immortalità concessa ai comuni mortali, cioè la maggior parte di noi. Quelli che non hanno avuto in vita l'occasione per distinguersi e lasciare il proprio nome in ricordo alle masse.
Quelli che verranno ricordati fin tanto che qualcuno che li ha conosciuti porterà un fiore sulla loro tomba e cercherà di dialogare con loro, chiamandoli e cercandoli nel vasto etere. O che verranno in qualche modo ricordati o immaginati quando qualche estraneo si fermerà sulla loro tomba e, guardando la foto, cercherà di immaginare quale vita possano aver vissuto.
E poi più niente. Ritorneremo al Nulla da dove siamo arrivati in attesa di quello che le nostre credenze religiose ci suggeriscono. Com'è giusto che sia.
A me capita, a volte, non sempre, quando mi trovo in un cimitero, di soffermarmi su alcune foto, di interrogarmi... mi capita anche di fermarmi sulle foto dell'inizio secolo, nelle parti più antiche dei cimiteri, che in qualche posto ancora esistono...

Ricordo un viaggio a Parigi, tanti anni fa; ricordo di aver visitato tutti i cimiteri della capitale, così diversi, dove sono sepolti tanti personaggi famosi.
E ricordo di essermi chiesta se siano davvero riusciti a liberarsi, in spirito, della loro ingombrante fama, se siano riusciti a proseguire nel loro cammino e trovare un po' di pace...

mercoledì 23 novembre 2011

Piccole attenzioni quotidiane

Forse sarò demodé, quasi certamente sono antica, ma a me piace sorseggiare il mio té con la santa calma, possibilmente in tazze simpatiche oppure in tazzine decorate, fornite del loro piattino coordinato, bollente e con una fettina di limone e una dose generosa di zucchero, non con il latte, perchè mi esce una brodaglia orribile a gustarsi ( e anche a pensarsi).
Mi piace servire il caffè in tazze che appartengono ad un servizio, con una zuccheriera e un bricco per il latte, oppure in tazzine che appartengono a servizi diversi mescolate insieme, ma coordinate con il loro piattino. Mi piace usare un centrino e un vassoio, di quelli vecchi in peltro e magari metterci sopra anche una piantina con dei fiori, perchè no... A volte uso uno dei tanti aggeggi in commercio per avere una schiumetta di latte per macchiare il caffè e renderlo più goloso. Ci vogliono giusto cinque minuti in più.
Il caffè mi piace gustarlo con la stessa calma con cui prendo il té, una pausa tra il caos della giornata, un piccolo momento per distrarsi e ricaricarsi. Da dove vengo io il caffè è un rito, ci sono mille modi per ordinarlo e te lo fanno in duemila modi diversi, ed è corposo, denso, caldo, sensuale, rigenerante, lo respiri prima ancora di berlo. E dopo averlo bevuto riprendi la tua giornata sentendoti meglio.
Aborrisco, dal profondo di me stessa, quelle immonde brodaglie che escono dalle capsule o dalle cialde, senza distinzioni di sorta, perchè sono sempre o troppo forti o troppo acquose. E poi ti privano del gorgoglio che fa la moka mentre il caffè sale, accompagnato dal profumo che si spande nella stanza e ti avvolge, ti chiama, ti seduce... 
Piccole cose, ma io penso che la vita sia fatta di tante piccole cose, piccole attenzioni che ci concediamo e se troviamo il tempo di concedercele, perchè non farlo bene, per appagarci in pieno? 


domenica 20 novembre 2011

Novembre

Novembre, dominato dallo Scorpione, segno governato da Plutone, divinità degli inferi e quindi delle profondità terrestri...
Per me Novembre è sempre un mese complicato, costellato di piccoli fastidi nel normale svolgimento della quotidianità, tipo le chiavi di casa dimenticate in posti inaccessibili e il conseguente disagio a rientrare... e poi i primi freddi che mi congelano l'anima, tanto che, se potessi, mi ritirerei in letargo fino ai primi tepori della primavera...
E' anche il mese in cui ricordiamo i nostri morti e qualche mattina fa, incredibilmente sola e libera, mentre guidavo, pensavo alla morte e al suo mondo che a volte ci sfiora e a coloro che ci accompagnano silenziosi nel nostro cammino...
Si dice che nell'oroscopo di ciascuno ci sia una Casa (le case sono quei dodici spicchi che compongono il nostro oroscopo), l'ottava, che è appunto la casa della morte, ovvero il nostro atteggiamento nei confronti di questo territorio inesplorato.
Io credo di avere un atteggiamento tranquillo, forse mi mette più ansia il modo in cui avverrà piuttosto che il fatto in sè, anche se, devo dire, qualche tempo fa, trovandomi in auto in mezzo ad un acquazzone senza riuscire a vedere dove stavo andando ho rischiato di non uscirne viva e l'esperienza è stata davvero orribile ed è vero quando dicono che in quei momenti hai una lucidità assoluta su quello che ti potrebbe succedere e, su un altro piano, ma paradossalmente sovrapposto al pensiero razionale, vedi la tua vita, vedi le tue emozioni, senti milioni di cose tutte insieme e pensi che no, non te ne vuoi andare...
Mi interrogo a volte sull'immortalità che, razionalmente e umanamente, considero mortalmente noiosa... preferirei restare Spirito, o tornare a reincarnarmi e modificare e completare la mia anima fino a quando sentirò di avere conosciuto tutto, ammesso che si possa conoscere tutto, anche in forme diverse...
Credo sia complicato, qualcosa che, fortunatamente, sfugge alla nostra comprensione umana, ed è giusto così, ogni cosa ha il suo momento...

domenica 30 ottobre 2011

Samhain

Samhain presso i Celti era considerato una specie di capodanno che cadeva tra la fine di ottobre e l'inizio di novembre, un momento di passaggio preceduto dalla notte delle calende d'inverno durante la quale i morti entravano in contatto con i vivi, notte che è sopravvissuta nella tradizione, come la cosiddetta notte di Halloween.
La stagione dei frutti e della loro raccolta si è ormai conclusa e, con oggi, anche quella della luce, visto che torniamo all'ora solare e si apre un lungo periodo di buio, di preparazione e di germoglio per i nuovi semi, di riposo e di ascolto silenzioso per noi.
Fra un po' si inizierà a rinchiudersi in casa, a godere del calduccio di un fuoco e a perdersi in pensieri lontani osservando le scintille della legna che brucia nel caminetto; momento in cui si passa dalla vitalità e dall'immergersi nel mondo esterno tipiche dell'estate, al rinchiudersi in casa e rivolgere lo sguardo dentro noi stessi.
E' una delle notti in cui gli spiriti sono più vicini (i Celti ritenevano che le porte del mondo degli spiriti e delle fate fossero aperte in questa notte) e la comunicazione tra i due mondi è più facile. Notte di auspici e divinazioni.
Momento per onorare gli spiriti.
Momento per pulire i focolari domestici e riaccenderli il giorno successivo con un fuoco sacro.
Essendo un momento in cui si incontrano passato, presente e futuro, è un momento buono per la meditazione e le arti divinatorie.
E' anche e soprattutto un momento nel quale abbandonare tutte le cose del passato o le cose che non ci piacciono nella nostra vita, e a tal proposito si può scriverle su un pezzetto di carta e poi bruciarle nel fuoco o anche dare via semplicemente gli oggetti che non ci piacciono più.
E' una sera per riflettere sulla caducità della vita e sul doverla vivere senza sprecarla, ma accogliendo i doni e le lezioni che ci offre, per ricordare le persone care che non ci sono più ma che restano comunque vicine, per ricordare il buono e il difficile che l'anno che volge al termine ci ha portato, per brindare al frutteto ringraziando della raccolta copiosa, per regalare una ghianda come porta fortuna agli amici, per intagliare le zucche, per brindare agli amici invisibili (lasciando del cibo per loro)...
Va da sè che io non passerò una serata chiassosa o travestita da strega (!), ma una serata silenziosa e tranquilla, metterò un lumino nella zucca che ho intagliato e saluterò questo lungo anno di trasformazione e di crescita, di scoperte e conflitti. Valuterò se i desideri espressi lo scorso anno si sono realizzati e formulerò quelli per l'anno a venire. E brucerò le fatiche dello scorso anno.
Con rispetto per gli amici invisibili che ci sfiorano, ci sfiorano e se ne vanno...
La terra della contrada è stata ormai arata ovunque e si presenta rivoltata, ordinata e pronta per essere seminata o appena seminata, in qualche caso... e come la terra anch'io sento i lunghi mesi di buio che si avvicinano e, in qualche modo, la mia anima si distende per accoglierli quasi assetata perchè nel buio, nel silenzio, nella profondità della terra dove i semi dormono in attesa di germogliare, ci sono risposte, lampi di chiarezza, mutamenti, forze rigeneranti...

venerdì 28 ottobre 2011

Nel tempo delle olive...

E' iniziata la stagione della raccolta delle olive, quelle che poi diventeranno olio.
In questi mesi gli ulivi si sono rivestiti di piccoli frutti neri, e bisogna avvicinarsi all'albero per vederli occhieggiare qua e là sui rami ed è un piccolo miracolo per me, che non li avevo mai visti prima d'ora, e che ho seguito il percorso delle piante dalla potatura ad oggi.
Per prima cosa si stendono delle grandi reti verdi, come il velo da sposa che sceglierei se fossi rimasta una sirena, si allungano ai piedi degli alberi e un lembo di una rete va sopra a quello dell'altra. Poi si prende l'abbacchiatore, un bastone con all'estremità due forcelle con denti non appuntiti azionato da un compressore e si inizia a 'pettinare' l'albero per scuotere le fronde e far cadere le olive, che finiscono sulle reti sottostanti.
Fatto questo, si inizia a raccogliere le reti e il rumore delle olive che si spostano è un fruscio spesso, una musica ruvida. Quando le olive sono state raccolte in un mucchio, le si sposta in una cassetta.
E si ricomincia.
E' faticoso. Molto faticoso. Ma gratificante. A contatto con la terra, scaldati dall'ultimo sole di ottobre e col pensiero dell'olio che poi si userà in cucina.
E il bello è che non c'è traffico, non c'è musica assordante o rumori molesti o gente che grida.
Solo il rumore degli abbacchiatori e dei trattori accesi per i compressori.
Una fatica rigenerante.
A sera, stanchi morti, si va a letto doloranti in ogni dove (anche in parti del corpo delle quali non si sospettava l'esistenza), ma in pace con il mondo. In pace con se stessi.
Chiunque avesse l'opportunità di andare a cogliere le olive, la colga questa opportunità, senza pensarci troppo. Con allegria e umiltà. Con la voglia di immergersi nella natura per un giorno, di cambiare confini e orizzonti.
Ci sarà solo da meravigliarsi. Di se stessi e della natura.



mercoledì 19 ottobre 2011

aspettando Halloween

"Ho dato un'occhiata alle lettere che ancora sporgevano impudenti dalla cassetta. Non c'era una ragione vera per correre il rischio. Ma quel negozietto mi attirava, come qualcosa di luccicante addocchiato fra i ciottoli che potrebbe rivelarsi una moneta, un anello, oppure un pezzetto di carta stagnola che cattura la luce. E nell'aria c'era un soffio promettente, e poi era Halloween, il Dia de los Muertos, che per me è sempre stato un giorno fortunato, un giorno di fine e di inizio, di venti cattivi e doni furtivi, di fuochi che bruciano nella notte. Un momento di segreti, di prodigi e, naturalmente, di morti." 
(Le Scarpe Rosse - Joanne Harris)


domenica 16 ottobre 2011

La Natura non mente

Due giorni fa, in una mattinata che preannunciava un'altra giornata dalle temperature primaverili, mentre guidavo, vedo nel cielo il primo stormo di uccelli in procinto di emigrare verso il caldo e ho pensato: ahi ahi... ci siamo. Sta arrivando il freddo...
E oggi, cielo grigio e aria fredda.
Insomma, la Natura non mente.
E' uno spettacolo incredibile quello degli uccelli che si radunano prima della partenza. Girano in circolo tra alberi diversi e lo stormo si ingrandisce pian piano, si gonfia quasi, con tutti quegli uccelli assieme in volo sincronizzato, mentre cinguettano, si chiamano, si ritrovano.
Uno spettacolo incredibile, davvero... Homo Sapiens e Natura Coeca, diceva un libro che ho letto anni fa, (aggiungendo, ma chi vogliamo prendere in giro?)
La Natura sa quello che fa, e perchè lo fa. Beata lei.
Così, certa dei segnali letti, ho ritirato in casa le mie piantine grasse prima che si secchino e le ho disseminate per casa sperando che superino l'inverno, ho interrato qualche bulbo sperando sopravviva agli attacchi sterminatori dei miei gatti e mi preparo, al freddo che arriva, all'inverno... e alla decorazione delle zucche, perchè tra un po' è Halloween e intanto penso e ripenso a quei versi di Carducci :
"Stormi di uccelli neri come esuli pensieri nel vespero migrar..."

venerdì 7 ottobre 2011

diversamente Cassandra...

...mi sento sola stasera, mi sento autunnale, come la contrada, investita all'improvviso dal vento e dalla pioggia e da decine di foglie ingiallite e accartocciate che vorticavano come impazzite, impossibilitate a fermarsi...
...ma io non vortico.
paradossalmente, ed è sempre stato così, è proprio quando passo tanto tempo tra la gente che mi sento più sola, come se gli altri assorbissero le mie energie...
Mi sento un po' una Cassandra moderna (diario di una Cassandra?), non tanto perchè io proferisca verità supreme che gli altri non vogliono ascoltare, ma piuttosto per il fatto di sentirmi diversa e di sapere che si sente, si vede, si percepisce, per cui, stare in mezzo alla gente, cercare di non essere quella che sono, mi stanca e credo stanchi anche gli altri...
Non sono certamente fatta per le public relations, si è mai vista una Sibilla mondana e modaiola? Non credo... ma, forse, dovrei ritirarmi in qualche grotta e allontanarmi da questo mondo nel quale, tutto sommato, non riesco proprio ad identificarmi...
Io non capisco le sue regole, non riesco ad afferrare l'attenzione eccessiva data a tanti particolari esterni e, più che inutili, direi superficiali, non capisco certe forme di chiusura mentale che servono a semplificarsi la vita, non capisco perchè se 'io abito la Possibilità' ('I dwell in Possibility', è di Emily Dickinson) e penso che ognuno abbia diritto di essere e fare e esprimersi come vuole, o anche non essere non fare e non esprimersi, perchè poi di me pensano che sono diversa, o pesante o che cerco troppo, penso troppo, leggo troppo... comunque più che troppo, diversamente?
Perchè la 'diversità' è spesso vista come una mancanza piuttosto che come un punto di partenza? O di confronto. Confronto costruttivo.
Io per prima, a confronto con la gente, mi sento diversa, e quindi mancante.
E penso e ripenso a Cassandra e a Medea, stasera, così come descritte in due libri di Christa Wolf, diverse e sempre impossibilitate ad amalgamarsi con gli altri e mi identifico, come mi identifico...
E, alla fin fine, sono sempre i libri le mie pietre di paragone. Sempre.

"Nessuno saprà mai da noi cose tanto importanti. Le tavolette degli scribi, che indurironoo tra le fiamme di Troia, tramandano la contabilità del palazzo, grano, anfore, armi, prigionieri. Per il dolore, la felicità, l'amore non ci sono segni. E questo mi sembra di rara infelicità"
(Cassandra - Christa Wolf) 

E la mia Entità, l'unica che sia riuscita a dare una dimensione e un peso a questo mio essere diverso, in questi giorni non mi vede nemmeno, e ciò rende ancora più aspro questo mio sentirmi sola e sperduta in un paese straniero...

mercoledì 28 settembre 2011

Campi da sogno, campi misteriosi

...vi ricordate quell'incredibile film con kevin costner che interpretava un agricoltore dell'Iowa che, all'improvviso, decide di abbattere il suo campo di pannocchie per costruirvi un campo da baseball?
L'uomo dei sogni, in italiano, un impoverimento del titolo originale, Field of Dreams, appunto.
Perchè parlo di questo?
Perchè nel film, dalle pannocchie sopravvissute ai margini del campo spuntavano i giocatori di baseball di una squadra di cinquant'anni prima, su per giù...
Ovviamente di quello che accade in un film, così come in un libro, non si discute, la fantasia non ha limiti, tutto può succedere... però...
Però, vi è mai capitato di avere il tempo di guardare un campo di pannocchie da lontano?
O di avere la fortuna di camminarci in mezzo? E' un luogo talmente misterioso, silenzioso, intrigante... con le file di pannocchie alte, distanti quanto basta per passarci in mezzo e, quando ti addentri, le pannocchie si richiudono dietro di te e, se non sai bene dove stai andando, può capitare di perdere il senso dell'orientamento, del tempo, anche ...
chissà... forse qualsiasi cosa derivante da un'altra dimensione può essere catalizzata e uscire davvero da un campo di pannocchie... !!!
...grande rammarico di non essere riuscita a fare nemmeno una foto quest'estate... e la magia, il mistero, permane, sebbene un po' sbiadita, anche quando ormai sono ingiallite...

lunedì 26 settembre 2011

mela...mangio?

...a restare a contatto con la Natura, ti ritrovi a fare pensieri impensati e/o bizzarri o a riprendere pensieri fatti tanto tempo fa e a ritrovarti con un corollario bizzarro allo stesso...
nel giardino accanto alla casa che mi ospita ci sono alcune piante da frutto, tra le quali un melo che produce questi piccoli frutti rossi e succosi...
Mi sono sempre chiesta, già dai tempi della scuola, come mai avessero scelto la mela come frutto del peccato, nella Bibbia non è citato il frutto specifico, si dice solo che Eva diede ad Adamo del frutto, ed egli lo mangiò (Genesi, 3.6: Allora la donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch'egli ne mangiò) ... è a partire dal Medioevo che il frutto viene rappresentato come una mela, perchè in latino 'mela' si dice 'malum', parola che richiama 'malus', che significa 'male, peccato'...
e fin qui la spiegazione logica calza e l'avevo trovata da tempo...
...mi restava il dubbio del perchè proprio la mela, e non, ad esempio, la ciliegia, così rossa, peccaminosa, invitante, che quando la mordi fa 'scronch'  sotto i denti e dopo la prima ne devi mangiare una seconda e una terza e poi ancora...immaginatevi Eva, con le ciliegie nei capelli, alle orecchie come orecchini, che ne porta tra le mani e ne offre una ad Adamo...
...o perchè non i fichi, i fichi c'erano, con le loro foglie si rivestono dopo aver commesso il peccato e aver aperto gli occhi... i fichi, così dolci e sensuali da mangiare in due, così evocativi quando li spacchi...
...no. la mela.
...e poi quest'estate, guardando appunto questi timidi frutti, discreti quasi, che devi mordere per capire invece tutta la loro dolcezza, ho finalmente capito che il paragone, a prescindere dal suono, è davvero calzante...
...la mela è come uscire ad un primo appuntamento, quando non sai bene cosa hai davanti, lasci vedere e nascondi in un gioco di seduzione prolungato, ti rendi invitante ma sarà solo dopo, appunto, che il buono salterà fuori, dopo qualche assaggio...mentre la ciliegia o il fico sarebbero come fare sesso al primo appuntamento, mettendo tutto sul piatto, senza sedurre, senza annusare, senza giocare piano con l'immaginazione...


mercoledì 21 settembre 2011

Aequinoctium

"Autunno, già lo sentimmo venire, nel vento d'agosto, nelle piogge di settembre, torrenziali e piangenti" (Cardarelli).

...ogni anno, in questo periodo, mi tornano alla mente questi versi, lontani ricordi liceali e quest'anno, come nella poesia, l'autunno ha bussato alla porta dell'estate accompagnato da folate di vento e piogge impetuose che hanno inzuppato all'improvviso la mia anima e la contrada...
Inizia ufficialmente oggi, con l'Equinozio, ma non fa notizia... se vestisse abiti griffati e indossasse scarpe alla moda, forse, accennerebbero alla sua venuta nei telegiornali, ma così com'è chi se ne cura? ...
... io sì... nella mia casa abbarbicata in alto e spazzata dal vento (ho dovuto riportare dentro delle piante prima che volassero altrove) che però oggi è tiepido perchè il sole fa capolino fra le nubi, resto in bilico tra l'estate passata la luce il caldo e il tempo grigio e freddo e buio che sta arrivando...
Nelle varie mitologie, questo era il momento in cui gli dei morivano e scendevano nella terra, negli inferi prima di rinascere un'altra volta in primavera... però mi sembra troppo tetro oggi come pensiero, preferisco ricordare che per i Celti l'Equinozio d'autunno era chiamato Mabon, che era il dio della giovinezza, della vegetazione e dei raccolti e i suoi semi in questo momento andavano (e vanno) raccolti, essiccati e conservati in attesa della prossima primavera...
...preferisco fare una passeggiata questo pomeriggio e raccogliere delle piante, delle ramaglie, da intrecciare e tenere in casa, o guardare le olive che sono prossime alla raccolta e occhieggiano sui rami e pensare che c'è una dolce malinconia in questo periodo dell'anno, qualcosa che si adatta al mio essere come un vestito sucito addosso da mani esperte, e ancora, che c'è del bello in ogni stagione, ogni momento dell'anno porta con sè qualche dono speciale, basta solo guardare con un po' di attenzione, con occhi curiosi...

venerdì 16 settembre 2011

Il Vento di Settembre

...esausta, praticamente essiccata dal caldo rovente di questi giorni, aspetto in silenzio la pioggia come le radici di una pianta assetata da tempo... e intanto mi avvio pigra verso l'autunno, colgo fichi maturi e guardo le mie zucche golose in attesa di metterle sul davanzale, tagliarle e cucinarle o semplicemente decorarle quando arriverà la notte delle streghe...
...arriva l'autunno, è già nell'aria, nella luce del mattino che ha perso lo splendore dell'estate e si è fatta più rosata, più discreta; lo si sente nel vento che soffia colmo della pienezza e della dolcezza dei frutti...
...oggi mi sono comprata della terra e dei bulbi di crochi, tutti colorati, che vanno piantati in questo momento (e anche un po' più in là) e poi lasciati dormire nella terra durante l'inverno... fioriranno in febbraio (li ho presi apposta, preferendoli alla fresie che sarebbero sbocciate solo a marzo), certa che a gennaio sarò già stanca della terra brulla e spoglia, e un po' di colore sul balcone farà bene all'umore...
... è bello l'autunno, pieno di promesse mantenute, di frutta da cogliere e da riporre per l'inverno, e allo stesso tempo tempo per riordinare le proprie cose, i propri pensieri, e per organizzare già la prossima primavera...
...tempo di bilanci, tempo per guardare al passato se qualcosa è rimasto in sospeso, tempo per ringraziare dei doni ricevuti e per sperare nell'abbondanza dei semi del futuro...
...nel frattempo metto nel freezer la base per l'ennesima granita al limone e mi chiedo quale abito indosserà la contrada nella stagione che si sta affacciando...

"Settembre. Andiamo.
E' tempo di migrare."   (Gabriele D'Annunzio)

domenica 21 agosto 2011

Sibilla on the road

...quanto tempo...
...ritorno quasi dal Silenzio... la terra della contrada ha cambiato volto almeno due volte dall'ultima volta che ho aperto questa Porta; ha mantenuto le promesse della primavera, regalando frutti succosi e verdure impareggiabili e, piano piano, si prepara all'arrivo dell'autunno che, personalmente, è la stagione che preferisco, perchè meno sfacciata della primavera e più matura dell'estate... con la luce che si appoggia morbida alle cose, una stagione dai toni ambrati e riposanti, ricca di aranci e di terra bruciata, di rossi intensi e di gialli... la stagione dell'uva e delle zucche, che stanno maturando piano nascoste da grandi foglie...
...ho imparato molto in questi mesi e i miei contorni si sono modificati e addolciti come i frutti, come la terra... ho camminato in mezzo al mistero dei filari di pannocchie e delle distese di angurie e ho vissuto conflitti aspri come guerre, come mele acerbe cadute troppo in fretta che mi hanno resa, se possibile, ancora più silenziosa e più che certa del fatto che i conflitti sono sterili e non portano a nulla e che è sempre troppo facile lanciarli agli altri piuttosto che gestirli o capirli o sedarli in santa pace, magari lavorando la terra...o qualsiasi altra cosa...
...c'è un caldo atroce in questi giorni, un caldo che prosciuga le energie e toglie la voglia di muoversi e io contino a camminare e a sentire...

venerdì 10 giugno 2011

la memoria delle pietre

... di ritorno verso casa oggi pomeriggio mi sono fermata a visitare una basilica che non frequentavo da tempo... così... attirata dalla luce che profumava di inizio estate e dalla voglia di perdermi nell'infinito di quel mare incredibile che si vede dal promontorio al lato della basilica...
... silenzio e pace... ho fatto un giro all'esterno e mi sono imbattuta nella porta principale contornata, com'era d'uso un tempo, da scene varie di vita di santi e, fra le tante figure, questi due visi, appena abbozzati, bucati dall'acqua, dal sole, levigati dal sale e dai secoli...
... ho scattato una foto, colpita, attratta e catturata, non so bene da cosa... le pietre mi affascinano, mi hanno sempre intrigata e chiamata... forse perchè, come me, attraversano i secoli testimoniando silenziose e pressochè invisibili il Tempo che passa... 
...forse è questo che mi attrae... il volto di una giovane di cui si intravede ancora la grazia e, allo stesso tempo, quasi sovrapposta, l'ombra dell'idea che il tempo, lentamente, erode tutto...
...hanno memoria le pietre? cosa ci portano in dono dal passato? usi e costumi, la moda del tempo, frammenti di tradizioni...  forse solo un nome della mano che forgiò la pietra, nessuna notizia del volto che ispirò l'autore... così, rifletto, l'immortalità non è un concetto infinito, e nemmeno aperto a tutti... c'è una fanciulla il cui volto resterà ancora per anni, molti si soffermeranno a fantasticare su quale fosse la sua vita e dove e come sia finita...
...di me, del mio volto, delle mie mani, dei miei pensieri, della mia memoria... resterà una traccia?
..e quanto durerà? ...ci sarà qualcuno che si fermerà a fantasticare sul mio percorso ...

mercoledì 25 maggio 2011

modaiola... io?

...ogni tanto mi prende la giornata modaiola... così, mi dedico a un po' di window-shopping (più window che shopping...) e poi a una nota rivista, modaiola pure quella, per restare in tema con la giornata...
...tra una foto e l'altra, tra un servizio e l'altro, a volte capita di imbattersi in qualche rubrica che fa riflettere; nello specifico, nel rispondere alla domanda di una lettrice, il curatore della rubrica dice che i modelli attuali sono troppo fragili e stereotipati...
mi è piaciuta.
mi ha fatto pensare a tutto quello che passa per la televisione, ai modelli che filtriamo e assimiliamo anche se non sono proprio i nostri, ma lo diventano nel momento in cui facciamo i conti con il nostro presente, che magari è affaticato dalla situazione economica e lavorativa contingente...e si finisce, troppo facilmente, a svilirsi e a pensare che di buono, non si è fatto nulla nella vita...
ma mi ha fatto riflettere anche, forse perchè nel mio piccolo e poco modaiolo quotidiano traffico con cose molto quotidiane e un po' demodé, a quante persone vivono una vita normale. E sono soddisfatte così.
A quante persone hanno un lavoro normale e/o poco noto, riservato, quasi, nascosto agli occhi di tanti.
Mi rendo conto di essere un po' retorica, forse... però non voglio fare un elogio sperticato della quotidianità come fonte di felicità e saggezza opposta ai demoniaci modelli correnti; piuttosto, credo manchi una sorta di 'educazione' a tanti mestieri e a diversi stili di vita... o forse manca solo un'educazione alla vita, al mistero della semplicità della vita...

martedì 24 maggio 2011

...giorni contorti, senza capo nè coda, questi...
...la vita quotidiana, in questo mondo assurdo e sgrammaticato in cui viviamo, riesce a prosciugare perfino l'anima di una sibilla...
e così mi sento: prosciugata. Come se non avessi più niente da dare o da dire...
... però le giornate iniziano a profumare d'estate e la luce è cambiata, sul far della sera è morbida e calda, un invito quasi a recuperare i sogni, un invito a sentire e guardare, a mutare ancora una volta le proprie forme, a rinascere ancora... 

lunedì 25 aprile 2011

L'Albero genealogico - Storia di una bibliofila romantica

...stasera, mentre stiravo, ascoltavo la tv per rendere il lavoro meno pesante... a un certo punto, disattenta, sento che da qualche parte stanno organizzando un evento che prevede il consegnare i propri libri, quelli che ci sono piaciuti di più e prenderne in cambio altri, che non abbiamo ancora letto...
...so che la mia è un'interpretazione semplicistica della faccenda, ripeto, ero distratta, ma so di aver pensato: pazzi!!!
...come si fa a dar via i propri libri?
Non potrei mai!
I miei libri sono una parte di ciò che sono stata in passato, sono le impronte che ho lasciato sulla strada che ho percorso a partire almeno dall'adolescenza. Sono le mie mappe interiori. Se dovessi disegnare un atlante di me, che comprendesse tutto ciò che sono, alla fine avrei una strada lunga, molte date e infiniti titoli, e citazioni e autori che amo, che ho letto e rileggo...e non è detto che non lo faccia, un giorno, sui muri di casa... una specie di albero genealogico, con tutte le radici che mi hanno portata ad essere quella che sono...
Tutti i miei libri sono sottolineati (lo so, potrebbe quasi essere un sacrilegio... ma lo faccio rigorosamente solo con i miei...) nelle parti che rispecchiano me o la mia vita di quel preciso istante, ogni libro un pastello di un colore diverso, a seconda un po' dell'umore del momento, e, da qualche anno in qua, riporto la data e il posto dove sono arrivati nelle mie mani...
...qualsiasi libro io apra oggi, mi riporta esattamente al momento della mia vita in cui l'ho letto, mi permette di ritrovare esperienze o riflessioni fatte, persone incontrate, ricordi e sensazioni che altrimenti si sarebbero persi...
...va da sé, non li presto quasi mai, le poche volte che l'ho fatto, sull'onda di una debolezza romantica, me ne sono pentita, perchè i libri non sono rientrati (e ricordo esattamente quali erano) e io ho perso una parte di me... perchè comprare di nuovo il libro, rileggerlo e sottolinearlo sarebbe frutto di questo momento, di questa mia forma che non coincide più con quella di allora...

sabato 23 aprile 2011

...le sensazioni hanno uno spettro di colori e una densità che le caratterizza e che varia...
...così l'infelicità vibra tra il nero e il marrone scuro, ed è appiccicosa e densa.
E' elastica, la puoi tirare e tirare senza che si spezzi e se la lasci all'improvviso ti torna indietro come un elastico.
E pesa. E' un macigno che ti si attacca addosso anche a distanza.
E' un dispiacere profondo, stasera, non poter cambiare il colore delle sensazioni delle persone alle quali si vuol bene...
Lancio un pensiero colorato nell'aria, un arcobaleno di sostegno...

venerdì 22 aprile 2011

un venerdì nella Storia...

...venerdì santo...
...ricordo un venerdì santo di tanti anni fa, ero una bambina allora, quando, alle tre del pomeriggio, il cielo si annuvolò all'improvviso e, come dicono Matteo e Luca, 'si stesero le tenebre su tutta la terra' e Gesù muore... ricordo di aver provato un certo timore, come solo i bambini riescono a provare davanti a certi misteri..
è un pensiero che mi accompagna ogni anno e quest'anno, in particolare, alle tre del pomeriggio ho provato una sensazione simile, mi sono fermata e ho recitato una preghiera, un pensiero silenzioso...
e stasera, guardando le luci della contrada in lontananza e le prime lucciole che vagano nel giardino, ho pensato e ripensato al mistero di questo Dio che si è fatto uomo, che si è incarnato nei nostri difetti, nella nostra semplicità, nel nostro essere limitati e infiniti...
penso e ripenso a questo mistero che dura nel Tempo, che fa discutere e che affascina, che tiene legati, una Voce che parla nel profondo di noi...
e mi dico e mi ripeto che c'è una parte di noi che non è nostra, che non è mortale o umana, altrimenti la religione sarebbe rimasta una favola da raccontarsi accanto al fuoco per combattere la paura delle ombre, della Notte che avanza...
...e ancora adesso, penso e ripenso a quel Corpo che è stato deposto in un sepolcro avvolto ' in bende di lino con aromi' in attesa, ancora una volta, di risorgere...

lunedì 11 aprile 2011

Sospensione

...in questi giorni ho riscontrato poca voglia di truccarmi, di scegliere i vestiti, le scarpe, abbinare gli accessori... jeans e maglietta e stivaletti...
la cosa è un po' preoccupante: ho un sacco di scatole di scarpe col tacco sotto al letto che mi aspettano...
ma faccio fatica a entrare nelle mie solite vesti, in questi giorni, e non perchè sia ingrassata durante l'inverno; piuttosto, faccio fatica a trovarmi, mi sento sospesa in un altro mondo, come se all'improvviso avessi perso i punti di riferimento e i confini abituali, e avrei solo voglia di dormire. Dormire per rigenerarmi.
Alla fin fine è come se fossi arrivata ad un bivio e dovessi guardare che tipo di persona sono, effettivamente. Forse è un punto al quale tutti arriviamo, fatalmente.
Un punto per capire dove finisce il nostro soddisfare gli altri per tenerli tranquilli e dove iniziano i nostri desideri, le nostre speranze, i nostri progetti per divenire. Per quanto siano anni difficili per perseguire in pieno i propri progetti, con la crisi del lavoro che molte volte ti permette più di sognare che di progettare realmente qualcosa... tuttavia penso che quando ti capita o ti viene offerta oppure te la vai a cercare l'occasione per ridefinire i tuoi confini secondo quelle che sono le tue esigenze, le tue sensazioni, le tue esperienze.. beh, l'occasione va colta.
Anche se per un po' si cammina nella nebbia e non si sa bene dove si sbucherà e quando...

mercoledì 6 aprile 2011

Moderno Getsemani

... stamattina la necessità mi ha portata a camminare in un campo di ulivi... e ha confermato la mia idea che un uliveto è un mondo a parte dove è facile smarrire i contorni della realtà e perdere i confini della propria epoca... forse è il silenzio, l'essere lontani dal rumore caotico della città e poter sentire il vento che soffia tra i rami e prendersi il tempo di osservare cosa ti circonda... o forse è l'idea delle piante centenarie, che sono lì e resistono all'uomo e ai suoi dispetti, alle guerre, agli alti e bassi del tempo atmosferico... sono lì, con tronchi che si diramano a formare cavità nascoste o si attorcigliano su se stessi, testimoni delle loro vite e di quelle di chi è passato fra di loro...
...e visto che il tempo del tradimento si avvicina (o si rinnova), ho pensato che non era così strano che a Gesù piacesse pregare nel Getsemani... e forse non è stato nemmeno così strano che l'abbiano tradito nel Getsemani, circondato da testimoni silenziosi e longevi... (otto ulivi sopravvivono tutt'ora nel Getsemani e sono, secondo la tradizione, i testimoni della passione di Cristo)...

domenica 3 aprile 2011

Il Diario del Tempo Perduto

...bisognerebbe tenere un quaderno destinato a registrare tutte le persone che passano, come meteore, inspiegabili, nelle nostre vite...
quante persone ci sfiorano, con le loro vite, i loro sogni, problemi, speranze... a quante persone diamo il nome di amici e poi una mattina ci svegliamo e ci accorgiamo che erano semplici conoscenti, meteore nel nostro cielo, appunto...
e allora perchè non fermarle nel tempo? perchè non segnare i loro nomi, il periodo in cui le abbiamo incontrate, il percorso che abbiamo fatto assieme, come eravamo noi, come vivevamo in quel dato momento di tempo e cosa ci aspettavamo dalla vita e anche come erano loro, come li abbiamo incontrati, perchè ci siamo soffermati, cosa ci davano, cosa avevamo in comune... e anche come ci siamo relazionati a loro, cosa noi davamo a loro, cosa ci aspettavamo e come e perchè - se un perchè si riesce a trovare - poi ci si è persi per strada...
una specie di diario del tempo perduto, un modo per fermare nel tempo un periodo e per ricordarsi di noi, come siamo divenuti anche grazie all'apporto del prossimo...

venerdì 1 aprile 2011

l'imprevedibile fumo del verde

... pulizia in giardino oggi... potatura della siepe, che ormai cresceva disordinata e informe... e poi tutto quello che è stato tagliato è stato bruciato...
ciò  che non si è ancora seccato, il cosiddetto 'verde', brucia con un fumo denso e pesante, bianchissimo, che si alza in nuvole spesse dalle forme strane, volute alte e corpose che cambiano forma in un attimo... uno spettacolo...

... e mentre il vento cambiava direzione, spingendomi il fumo negli occhi e nel naso, facendomi lacrimare e tossire, pensavo... e noi, come cambiamo forma?
quale volute fantasiose facciamo ogni giorno? quali forme inaspettate assumiamo all'improvviso lasciando perplesse le persone che camminano con noi?
quante volte siamo rami secchi, pronti ad essere bruciati per produrre calore e scaldare il prossimo e quante invece siamo ramaglie verdi che bruciano per essere eliminate, che forniscono uno spettacolo affascinante privo tuttavia di alcuna utilità per chichessia?

lunedì 28 marzo 2011

il sesto senso del gatto

...chi non ha mai vissuto con un gatto non lo può sapere, ma i gatti sono veramente animali straordinari...
sanno perfettamente, come se lo sentissero, quando stai male e hai bisogno di una presenza accanto che ti faccia le fusa e ti faccia sentire meglio...
..in questa serata, dove ognuno fa i suoi conti con quelle che erano le sue sicurezze, la mia gatta è acciambellata sul tavolo accanto al computer, dove non viene mai, e fa le fusa, tranquilla, e io la sento e sento la tensione che si scioglie...
...forse ero un gatto in qualche vita passata, perchè le fusa della mia gatta sono come una ninna nanna ancestrale per me, mi placano i tormenti dell'anima, mi rilassano e mi fanno dormire...
...tante cose succedono per caso, senza un motivo logico, ma un gatto non arriva mai per caso. E non arriva mai nemmeno un gatto a caso.
Un gatto ci sceglie. O ci (ri)trova. E sarà esattamente il gatto che ci meritiamo... perchè i gatti, a differenza delle cose, delle occasioni, dei riconoscimenti e anche delle persone, i gatti bisogna meritarseli...

lunedì 21 marzo 2011

le ragnatele della primavera

...alla fine è successo...
ieri sera, mentre mi struccavo prima di andare a dormire, mi accorgo di una ragnatela, sottile, appena visibile, di rughe... che prima non c'era...
... non ho il mito dell'eterna giovinezza, nè la speranza o la voglia di mantenermi nella forma di vent'anni fa, perchè trovo questo pensiero di una fatica quasi disumana, oltre che inutile ... mi piace piuttosto pensare che ogni età ha una dimensione che le è propria, dimensione che va, che andrebbe, approfondita e vissuta il più possibile, di modo che il guardarsi indietro non sia solo un rimpianto, per la forma soda che avevamo, ma piuttosto un ricordo di cosa abbiamo affrontato e superato, o di cosa a suo tempo è riuscito a fermarci, anche solo per un tempo limitato... penso spesso che c'è così tanto da imparare, da dare e condividere e anche da ricevere, a prescindere dall'età, che limitarsi a piangere o a conservare l'aspetto perduto sia quanto di più sciocco si possa perseguire nel tempo che ci è concesso...
...tuttavia, quando un mattino, o una sera, ci accorgiamo che il tempo effettivamente passa, lasciando tanti segni su di noi, esterni e sull'anima, visibili o privati... questo fa un certo effetto, fa riflettere effettivamente su cosa siamo state e cosa diventeremo...e su cosa possiamo ancora fare prima di diventare troppo vissute...

sabato 19 marzo 2011

Oestara e i suoi araldi

...sembrava non dovesse arrivare più, lasciandoci letteralmente congelati nell'attesa, sembrava ogni giorno più lontana, quasi un racconto tramandato nelle sere lontane destinato a non realizzarsi più...
...invece...
...se guardate bene, vi accorgerete che Madonna Primavera sta arrivando, che ha già mandato i suoi piccoli araldi ad annunciare la sua venuta:  piccoli segnali fioriscono nelle aiuole, come quelle che dalle mie parti si chiamano le scarpette della Madonna, come se lei camminando facesse fiorire i prati, i bulbi nei vasi sul balcone spuntano dimostrando che la natura difficilmente muore, le gemme sulle cime degli alberi sono sul punto di esplodere, e nei prati, l'erba è diventata di un verde sfacciato, insolente quasi...
ci siamo ufficalmente lunedì con l'Equinozio di Primavera, Oestara, il momento in cui tutto inizia, l'azione inizia. La Luna è rinata e si incontra col Sole in un momento di pari forze, in un momento di equilibrio, in un momento in cui le loro caratteristiche si completano perfettamente.
E' un momento di rinascita per tutto. Inconsciamente ci sentiamo più attivi, abbiamo voglia di uscire e respirare, abbiamo voglia di sentire il vento e il sole sulla pelle, sentiamo la necessità di smettere gli abiti dell'inverno, di cercare cose colorate, di arieggare e ripulire casa...
E' anche il momento della ripresa del lavoro agricolo con le semine nei campi (ma le prime semine sono già state fatte nelle serre...) e della raccolta delle prime, tenerissime, insalate...
...sul mio balcone piccoli doni, che hanno resistito tenacemente alla furia del vento che insiste a spazzare la contrada...


mercoledì 16 marzo 2011

il lato umano della vulnerabilità

...forse non amo il carnevale perchè quello che mi piace è ciò che sta sotto alla maschera... mi piace il lato vulnerabile che la gente nasconde, quello che ciascuno di noi mostra senza volere in un modo proprio ad ognuno... spesso si rivela nell'incrinazione di una voce, o nella disarmante umanità che trasuda da certi occhi oppure in una frase scivolata e colta al volo...
...mi piace chi ha il coraggio di essere umano troppo umano...
...e mi chiedo in quale modo io lascio trasparire la mia vulnerabilità... forse dovrei saperlo, eppure non ci ho mai fatto caso, forse che il prossimo mi colpisce più di quanto io non colpisca me stessa...
...farò attenzione, mi sono incuriosita...

lunedì 14 marzo 2011

contatti

...quand'è che sei 'dentro' ad una casa?  quando la casa ti appartiene?
quando la giri di notte, al buio, senza urtare contro nulla, come se fossi semplicemente un prolungamento della casa... o quando fai le tue piccole cose nel cuore della notte senza svegliare nessuno, perchè sai cosa fa rumore e cosa no e ti muovi più silenziosa dei tuoi gatti che, avendo invece dormito tutto il santo giorno, ora si rincorrono su e giù per le scale della stanza sospesa...
insonnia. con fame da insonnia, come dire oltre il danno, la beffa...
...e quando invece sei fuori da qualcosa, come lo percepisci quel qualcosa? vedi di più o di meno di quelli che ne sono dentro? vedi quello che effettivamente è oppure quello che lasci filtrare o solo quello che ti colpisce come una frustata, e poi non ti esce più dalla testa e ti tiene sveglia a ore impossibili a sgranocchiare cuori al cacao e a pensare che forse tu, nella vita, all'età che hai ancora non hai capito bene come funziona? che sei dottoressa, ma in panchina col tuo camice e la targhetta sul taschino a interrogarti in tre lingue sulla tua identità mentre le veline se la giocano sul campo?
forse è questo sì.
o forse è stato quel gesto esatto. così inconscio e così esatto. dettato chissà, dalla stanchezza, dal vino, quindi inconscio, quindi ancora più lacerante, perchè denota un'attrazione, inconscia, verso chi lo si è fatto. un gesto per avere un contatto, per sentire un contatto... oppure no?
un gesto che se fosse stato fatto a me, avrebbe provocato fastidio. oppure no.
...e adesso? adesso silenzio.
...ci sono persone che quando ti stanno vicine ti danno tutte le loro attenzioni e ti senti come se il sole splendesse solo per te, come se vedessero solo te...ti senti continuamente corteggiata; ma molto spesso queste persone hanno sempre migliaia di idee e progetti per la testa e se ne vanno in giro a seguirli tutti e tu ti senti come se il sole si fosse spento, come se fossi rimasta al buio...
...adesso però bisogna trovare un posticino dove dormire, è così tardi che non posso più nemmeno dire 'ci penserò domani', perchè ormai è già domani da un pezzo...


martedì 8 marzo 2011

... siamo  presenze silenziose, spesso passiamo inosservate mentre il mondo attorno si occupa di affari, si affanna fino a tarda sera, ma riempiamo e scaldiamo, diamo vita e abitiamo case che altri poi vivranno, nelle quali altri faranno il nido e si sentiranno inspiegabilmente bene, sui terreni che abbiamo seminato noi...
...al Mondo Moderno piace molto discutere. La gente ama gridarsi il proprio punto di vista che è come una fortezza inespugnabile, tutti tesi a

dimostrare di avere ragione... d'altra parte la Storia si fa rivoluzionando i punti di vista e io non discuto sulla storia, che ha una sua ragione di essere che comunque è lontana dal mio esistere.
Credo però che esista un archetipo di Donna. Così come esiste un archetipo di Uomo. Archetipo che è in noi come un puntino inossidabile... e quindi la donna E' morbida, ricettiva, fertile, silenziosa, materna, protettrice e desiderosa di essere protetta e l'uomo E' forte, bellicoso, desideroso di proteggere e provvedere alla sua donna, alla sua famiglia...  e credo spesso ci sia una pulsione inconscia a ricoprire questi ruoli, anche se non ci badiamo o non l'ascoltiamo perchè in anni di rivoluzione sarebbe quasi un contro senso dar ascolto alle voci arcaiche...
Per tutti quelli che avessero voglia di tuffarsi per un momento negli archetipi dimenticati consiglio Il Diario di Eva, di Mark Twain:
'E' mia preghiera e desiderio che le nostre vite giungano a un termine insieme - desiderio che non scomparirà mai dalla faccia della terra e che fino alla fine dei tempi si raccoglierà nel cuore di ogni sposa innamorata; quel desiderio avrà il mio nome.
Ma se la vita di uno di noi dovrà per prima giungere alla sua fine, è mia preghiera che quella vita sia la mia; perchè lui è forte, mentre io sono debole, perchè io non gli sono indispensabile quanto lui lo è a me - la vita senza di lui non sarebbe vita; come farei a sopportarla? Anche questa mia preghiera è immortale e fin tanto che la mia razza si perpetuerà essa non cesserà di essere pronunciata. Io sono la prima sposa che sia mai esistita e mi reincarnerò in tutte le spose a venire, fino all'ultima, '
(Alla tomba di Eva)                 Adamo: Ovunque lei sia stata quello era l'Eden.'
...eppure, io sono per la Quaresima.
..non mi è mai piaciuto il carnevale, così come non amo le feste comandate... non ho mai capito la frenesia che prende molti adulti che corrono a traverstirsi, a perdere i confini, a smascherare in realtà la vera natura che tengono accuratamente coperta nel corso dell'anno... spesso il carnevale degli adulti ha un risvolto caciarone e volgare che, per quanto retaggio degli antichi saturnali o delle feste dionisiache, resta tuttavia fastidioso e invadente, in un'epoca poi dove non è necessaria una giornata particolare per sovvertire l'ordine costituito...

venerdì 4 marzo 2011

...a un passo dalla primavera...

...inquietudine oggi... sottile, persistente, penetrante, martellante, insidiosa... si è avvinghiata all'anima, come l'edera...

...giro per le stanze con mille idee in testa che non trovano uno sfogo pratico, un'espressione del Sé...
...sarà la primavera che non riesce a spuntare? ...la sentiamo vibrare nell'aria, la aspettiamo, la cerchiamo e non la troviamo?
la contrada è ancora spazzata da un vento pungente e fastidioso, che porta tanti odori, tanti pensieri e intanto piove piove piove e il giardino resta sospeso, in un limbo tra l'inverno e la rinascita e gli unici fiori che sono spuntati sfrontati sono i narcisi, ed è già qualcosa... e li ho raccolti!!! almeno, invece di affogare nell'acqua, mi ingentiliscono la casa, me la profumano di primavera... ed è un po' più facile l'attesa, un po' più mite...

domenica 27 febbraio 2011

della Pazienza e di altri demoni

...se fosse ancora viva la nonna, questa sera le chiederei, nonna, cosa facevi quando avevi voglia di raggomitolarti nelle braccia del nonno, ma lui era troppo stanco dal lavoro, dalla giornata, dai pensieri... quando anche tu, dopo una giornata di lavoro, di figli, di panni da lavare e stirare e riporre, dopo la cucina e i piatti lavati avevi ancora voglia di parlare, di infrattarti sotto le coperte, anche solo a coccolarsi...?
...la mia nonna, certamente, avrebbe riso e mi avrebbe detto con la sua cadenza veneta, velata di imbarazzo, che di quelle cose loro non parlavano mai... che si stava zitte, pazienti...
...e allora, rifletto, in questi anni, dove ci sono mille regole per l'amore, per farlo funzionare, i segni per accorgersi se va bene, se va male, la terapia di coppia, i test, le coppie aperte, i manuali d'amore, di sesso, le mille e una posizioni per farlo felice, la lingerie, il burlesque... perchè nessuno ti parla della pazienza dell'amore? del silenzio dell'amore? dell'accettazione, in amore?
...perchè nessuno ti dice mai che in una coppia dove c'è l'amore, c'è sempre uno che rallenta e adegua il proprio ritmo su quello dell'altro e aspetta? perchè i manuali moderni direbbero che non è giusto, le pari opportunità, par condicio anche in casa, a letto, al lavoro, parlare, esprimersi, raccontarsi, bla bla bla...
...eppure, quando ami qualcuno al punto da sapere che se te ne andassi la tua vita resterebbe monca, quando hai provato a parlare e ti sei accorta che non arrivi da nessuna parte, allora rallenti e aspetti... anche se fa male, anche se in un certo senso ti senti a metà, ti guardi e non ti riconosci perchè le carezze ti danno una luce diversa agli occhi, perchè il fare l'amore ti modella il corpo in curve morbide e ti senti più piena, più stabile, più equilibrata, perchè se non racconti la tua giornata è come se fosse andata perduta...
...così, come un cerchio, c'è un'accettazione dell'assenza, che è silenziosa, paziente... chissà, forse non è giusto, non lo so, ma l'amore, che è molte cose, a momenti non è nemmeno giusto...

mercoledì 23 febbraio 2011

...mentre i bulbi sonnecchiano tentando timidamente di sbocciare, siamo ripiombati in un gelo invernale... il cielo è grigio, senza spiragli di sole e le prime viole sfidano il vento del Nord che soffia inclemente oggi...
chiusa in casa al calduccio con una tazza di té, ho dovuto affrontare un'altra volta, faticosamente, le foto del passato della mia Entità misteriosa... e mi dico, va bene, fa parte del gioco... sospiro, respiro e ... porto paZienza...
l'Entità misteriosa... è una presenza molto bella, molto sensuale, molto antica, molto complicata... qualcosa che non si riesce a spiegare facilmente, che parla poco di sè e del suo passato, delle strade che l'hanno portata ad essere quella che è oggi...
e, guardando le foto, dall'infanzia ai primi amori (sudando) e ritorno, passando per tanti altri momenti, pensavo a come si cambia, come cambia la nostra forma, il nostro corpo, il modo di essere e apparire e a quanto sia più facile vederlo nelle foto, degli altri o nostre, mentre giorno per giorno non ci faciamo mai caso... oggi il nostro volto appare come quello di ieri e di domani, ma, specchiandoci, non facciamo mai in tempo a far un paragone con quelli che eravamo vent'anni fa o anche solo dieci... più magri, più giovani, più ingenui, più fanciulli, più incantati o spaesati, sorpresi a volte...e mi sono venuti in mente un film e un libro, L'Attimo Fuggente, quando tutti insieme guardavano le foto dei vecchi alunni e Robin Williams diceva: erano come voi, pieni di speranze, di ormoni... invincibili...
e il Ritratto di Dorian Gray, all'idea che il ritratto invecchiava prendendosi tutti i segni dei vizi, dello scorrere del tempo di Dorian mentre lui restava mostruosamente giovane e perfetto...

domenica 20 febbraio 2011

la Contrada dove si vive

...sono una donna complicata... basta una parola per mandarmi in ansia, un pensiero scava trincee profonde dentro di me fino a lasciarmi senza fiato...
e non sopporto i luoghi comuni. le frasi fatte. gli aforismi costruiti ad hoc. le cose dette e ridette e già sentite mille volte.
penso che sia difficilissimo vivere con me. o almeno, per me lo è.
il cuore pulsante del mio essere in questo periodo è la Paura.
di andare, di stare, di essere o divenire o non essere più, di fare o non fare e scoprire e provare e dire chiamare parlare piangere gridare aprire spiegare chiudere spingere osare.
non sono mai riuscita a vivere, semplicemente. milioni di persone vivono, semplicemente. mangiano dormono lavorano si lavano amano escono soffrono pagano ricominciano. senza chiedersi, senza macerarsi, senza paura. vivono, perchè questo si fa qui. si vive.
mentre io ho sempre qualcosa che mi tormenta, come se avessi un'anima nera... che solo io so di avere...
...forse non è un caso che io sia finita in questa contrada, dove la vita è vista in un'ottica diversa... dove mi dicono che i problemi si risolvono e sono tutti gentili con me, anche quando mi sciolgo in pozze di lacrime perchè non so più come uscire dai miei perchè e dalle mie paure e mi dicono che i problemi seri sono altri, sono quando si sta male e non si è certi del domani...